sabato 11 ottobre 2008

"........il cielo è certamente libero:.....andremo via per di là."


Come tutti saprete, Dedalo è l'incarnazione mitologica dell'Architetto (e non solo a dire il vero).
Riassumo brevemente (e pedestremente):
Dedalo è un artigiano (architetto, scultore, inventore, ecc.. roba di Techne greca insomma) che per invidia butta giù da una rupe il suo giovane nipote Acalo (che a soli 12 anni aveva già inventato il compasso e la sega in metallo).
Acalo però viene tramutato da Atena in uccello e così si salva, trasformandosi in Pernice.
Accusato di omicidio Dedalo viene esiliato e si trasferisce a Creta mettendosi alle dipendenze del re Minosse che nel frattempo aveva fatto un grave screzio a Poseidone (una questione di sacrificio di un toro bianco), il quale per punirlo fa innamorare sua moglie del toro in questione.
Il primo "incarico" di rilievo (mitologico) viene affidato a Dedalo proprio dalla moglie di Minosse, che gli commissiona una mucca di legno nella quale essa potesse entrare (immaginate per quale motivo). Dall'unione della regina con il toro, nasce il Minotauro. Ecco che a Dedalo viene commissionato il famoso Labirinto ove nascondere il mostro. L'architetto tra un progetto ed un'altro si era dato da fare con una serva di Minosse e aveva avuto un figlio, Icaro (un po' scapestrato), ma pur di tornare ad Atene sarebbe stato disposto a darlo via come servo.
Il re per far si che i segreti conosciuti da Dedalo non fossero svelati ai nemici (e anche perché aveva consigliato ad Arianna di dare a Teseo il gomitolo, con il quale, una volta ucciso il Minotauro poté trovare la via d'uscita del labirinto), lo rinchiude nel "dedalo", progettato talmente bene, che neanche il suo creatore ne conosceva l'uscita.
Per fuggire dalla prigionia Dedalo costruisce delle ali, con cera e piume, e raccomanda al figlio di non volare ne troppo in alto, ne troppo in basso. Mentre erano in volo, lontani da Creta, Icaro preso dall'ebrezza del volo, si avvicina troppo al sole, che sciolse la cera che teneva assieme le piume delle sue ali e precipitò in mare. Dedalo dopo averlo sepolto ode il cinguettio (le risa) di una Pernice.
Si trasferisce in Sicilia, dove viene scoperto da Minosse (che lo cercava per vendicarsi), ma le figlie del re locale lo salvano, uccidendo il re miceneo.
Poi si trasferisce in Sardegna (chiamalo fesso) dove morirà di vecchiaia.

Capisco che il mio riassunto sia molto fiacco, ma se volete saperne di più:


Ovidio, Metamorfosi VIII, 183 (credo)

Bé, i miti sono stati scritti per avere interpretazioni (personali), e mi appassionano fin da piccolo.
Immaginate la mia sorpresa nello scoprire un "graffito" (graffio) rappresentante Icaro e un'altro tizio, intenti a raccogliere grappoli d'uva (eseguito niente popò di meno che da Guttuso), sulla facciata della mia facoltà (Valle Giulia, Roma).
Il graffito fu eseguito nel '68 durante l'occupazione e sembra che a spingere il maestro Guttuso a donarci quest'opera fu uno dei gruppi studenteschi che c'erano a quel tempo in facoltà chiamati "Uccelli" che se ne andavano in giro cinguettando e fischiettando come uccelli (appunto).

Per maggiori info:


Con l'introduzione del graffito di Guttuso, aggiungerei anche la storiella della Volpe e l'Uva di Fedro. 

A questo punto, il mito dell'architetto è Dedalo? Icaro? Acalo? o il tizio che mangia sorridente l'uva bassa?

"Possono precludermi il mare e la terra,
ma il cielo è certamente libero:
Andremo via per di là."
                                         Dedalo
                            Ovidio, Metamorfosi VIII 



4 commenti:

Anonimo ha detto...

E' un'opera che non conoscevo , a differenza del famoso mito di Dedalo e Icaro .
Del mito però mi colpiva anche il tentativo di volare , di andare oltre i limiti , un pò come Ulisse.
Diciamo che l'Architetto deve essere un nuovo Ulisse/Dedalo , ma con maggiori responsabilità .
Deve sicuramente dare sfogo ad una nuova architettura delle utopie , ma deve rimanere ancorato coi piedi per terra , o almeno procurarsi un paracadute nel caso in cui i suoi "voli pindarici non dovessero andare a buon fine.
Comunque hai ottimi gusti , anche se ci sono altri autori che mi colpiscono maggiormente come ad esempio Libeskind , Coop Himmelblau , Alvaro Siza .
Un pò tutti hanno qualcosa che mi affascina , ecco perchè ti dicevo sfoglia tutte le riviste . Non esiste l'architetto perfetto ma c'è qualcosa di buono in ognuno di essi .
Comunque io sono di Napoli ma conosco una studentessa di Architettura che frequenta l'università di Roma come te .
Forse la conosci chi sa , anche se è una matricola come me .
Ciao

Maurizio Arturo ha detto...

Ciao Andrea
Il paragone Ulisse/Dedalo mi intriga, ma loro erano 2 "persone"(diciamo), molto con i piedi per terra ed estremamente responsabili. L'Ulisse che intendi tu (se ho ben capito), è quello del "folle volo oltre le Colonne d'Ercole", ma per i miti greci Ulisse morì per mano di un suo figlio, è Dante che lo vuole assetato di conoscenza fino al "folle volo" appunto.
Icaro è quello che vola oltre il limite, Dedalo vede il volo solo come un mezzo per raggiungere un fine (quello di fuggire da Minosse) e non sente neanche il bisogno di volare più in alto.
Il paracadute comunque sarebbe molto utile agli Architetti in generale hehehe....
Scusami se ti correggo, ma non credo che i Voli Pindarici abbiano molto a che fare con il volare ( :-P), però magari possono avere a che fare con l'architettura in senso più progettuale....
indagherò....

Gli architetti li apprezzo un po' tutti (tranne Fuksas hehehe).
Di Libeskind ti consiglio l'autobiografia "BREAKING GROUND",non è un gran libro, però l'ho trovato interessante, non tanto per quanto concerne l'architettura, quanto per l'essere architetto.

Anonimo ha detto...

Hai ragione nel correggermi , anche se io , come dici , mi riferivo appunto all'Ulisse di Dante .
Sul fatto che i voli pindarici non abbiano nulla a che fare con il "volare" hai ragione , ma in parte . Se pensi alle utopie , ai sogni di ogni architetto , è volare quello... con la fantasia , ma è pur sempre volare...
E diciamo che la matafora del paracadute può rendere l'idea di cosa significa rischiare ma con delle garanzie , dovrebbe valere tutto questo anche in architettura.
Ciao

Maurizio Arturo ha detto...

Il commento di "Anonimo" è stato spostato sul post relativo alle riviste.